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Caravaggio rivisitato – Storie caravaggesche di Guido Venanzoni
Ariccia, Palazzo Chigi, 20 maggio – 25 settembre 2022
L’idea di ospitare nel palazzo ducale di Ariccia una mostra dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610), attraverso le suggestive rivisitazioni della sua vita messe in scena da Guido Venanzoni (Roma, 27 marzo 1951), ha preso spunto dal fatto che nella dimora chigiana sono stati ambientati nel 2020 alcuni interni del film di Michele Placido L’ombra di Caravaggio, in uscita nelle sale cinematografiche per l’anno in corso.
Raccontare la vita di Caravaggio in pittura, questa è l’originale idea di Venanzoni, un unicum nel suo genere. Un’idea nata con finalità didattiche, promossa da Vincenzo Pacelli e rilanciata da Vittorio Sgarbi in occasione della mostra da lui voluta nel 2020 nel Palazzo Doebbing di Sutri, ove è stato esposto per la prima volta un primo nucleo di tele biografiche. Presso la Città di Ladispoli è stata allestita nel 2021 una retrospettiva sul medesimo tema, ma la mostra di Ariccia è la più vasta e completa, con numerose opere inedite.
La sequenza di grandi tele sulla vita del maestro lombardo, è concepita dall’autore come una sorta di parallelo pittorico dell’arte cinematografica. Il pittore Venanzoni è regista, sceneggiatore, arredatore, costumista e casting director delle storie che mette in scena. I personaggi sono amici e conoscenti, che ha scelto in funzione dei ruoli, mettendoli in posa come faceva l’artista alla cui accidentata biografia si è ispirato.
L’invenzione naturalmente prevale e le scene, pur essendo ispirate alla vita del Caravaggio, sono libere interpretazioni, innestate con fantasia narrativa su alcuni momenti cruciali che le fonti storiche e i documenti hanno tramandato.
La mostra è articolata in tre sezioni: A. grandi quadri che illustrano la vicenda biografica di Caravaggio, talora con ambientazioni in luoghi reali, tra cui lo stesso palazzo di Ariccia e il Castello di Palo, ultima tappa documentata dell’artista prima della morte; B. copie di opere del Caravaggio, interpretate pittoricamente da Venanzoni con il suo stile personalissimo; C. copie eseguite dagli allievi di Venanzoni, quale esempio di didattica volta alla riscoperta delle antiche tecniche pittoriche.
In merito alle riproduzioni di tele del Caravaggio, risulta riduttivo parlare di copie, in quanto l’artista romano replica le composizioni, ma non il modo di dipingere del loro autore. La sua pittura è levigata e luminosa, calda e atmosferica, porcellanata, mentre quella del genio lombardo, nel violento tenebrismo e luminismo contrastato che la caratterizza, è neoveneziana e pittorica, con risalti materici in evidenza e una materia mossa, ruvida, lavorata, striata delle setole del pennello. Venanzoni insomma si ispira alle invenzioni caravaggesche, ma non le duplica, non le imita tecnicamente, ma se ne distacca volutamente, rimanendo sempre sé stesso.
Venanzoni è peraltro maestro di un vasto gruppo di allievi, che seguono in maniera devota i suoi modi e gli insegnamenti tecnici che amorevolmente trasmette nel suo laboratorio-bottega di Ladispoli. Alcune opere della “bottega Venanzoni” sono esposte in mostra.